giovedì 28 marzo 2024

Pontedell’Olio - Itinerari in Val Nure (seconda prima)

con Maria Grazia Dodici, dipendente comunale e ottima guida

Pontedell’Olio - Itinerari in Val Nure (seconda prima)
Itinerari Piacentini, un appuntamento che ha accompagnato i lettori dei quotodiani piacentini, ora riproposto qui, sul web, dentro questo bel portale che presenta le eccellenze di un territorio da scoprire. Diamo seguito pertanto al percorso lasciato a metà nella scheda precedente e portiamo a termine la visita a questo bel centro della Val Nure: Pontedell’Olio.
Avevamo visitato, nella precedente scheda, il centro del paese, andando a scoprire edifici religiosi e raccontando brevemente la storia che ha caratterizzato questa località. Oggi sono invece in compagnia di Maria Grazia Dodici, dipendente comunale e buona conoscitrice di questa zona, la quale mi guida alla scoperta di una parte del territorio circostante il centro comunale.
L’itinerario ha inizio dal Palazzo municipale, bella costruzione dell’’800, dove ho appuntamento con Maria Grazia.
La giornata è soleggiata, l’aria salubre e pungente. L’entusiasmo è quello che mi coglie ogni volta che mi accingo a scoprire luoghi della nostra bella provincia. Luoghi che si raggiungono da Piacenza in pochi minuti, che custodiscono spunti di straordinario interesse storico, paesaggistico, ambientale.
Angoli del nostro territorio poco noti, o meglio, meno noti ai piacentini stessi, mentre invece sono spesso meta di un turismo proveniente dalle province limitrofe, visitatori capaci di apprezzare cose di casa nostra, paradossalmente a noi sconosciute.
Ed è un consacrato “italico difetto”, un tratto caratteriale nazionale l’esterofilia, che porta a sorbirci 20 ore di volo per una settimana ai Carabi o in Polinesia, senza magari aver mai visto la Sicilia o la Sardegna, la Toscana o la Puglia, o tutte le altre meraviglie del nostro paese.
Ma tant’è… Torniamo al nostro itinerario piacentino di oggi e con Maria Grazia stabiliamo sulla carta quale sarà il nostro percorso odierno.
Pronti per partire, la prima tappa è il complesso industriale di fine Ottocento delle fornaci Cementirossi, che sorge proprio adiacente il Palazzo municipale.

Le Fornaci
Tornato alla ribalta e rivalorizzato dall’amministrazione comunale, questo vecchio edificio risulta oggi una interessante attrattiva turistica, per il suo valore storico ed il significato sociale ad esso annesso. La struttura è composta dalle torri delle fornaci, suddivise in tre piani, adibite alla produzione della calce, che svettano e che dominano alte. Completano la costruzione il deposito dei cavalli, il magazzino e la Villa Rossi. Si parla di oltre un secolo fa quando vennero inaugurate le prime due fornaci di calce, sorte per la precisione nel 1895, mentre per la terza fornace si deve attendere il 1923. L’intero complesso si componeva, per la verità, di altre due che in seguito furono però demolite.
Qui si raccontano anni di storia, dentro queste mura cresceva e si sviluppava un’intera comunità. Gli operai lavoravano in turni di 6 o 8 ore per produrre tre calate al giorno. Ad azionare i mezzi di trasporto erano inizialmente gli animali, poi vennero i treni “decoville”, per la produzione della “calce a zolle” che durerà fino al 1958. Il sistema di funzionamento era a ciclo continuo e la tecnica adottata era quella cosiddetta “a carica dall’alto”. L’impianto era dotato di un efficiente montacarichi per convogliare i sassi calcarei del Nure, i quali venivano lasciati cadere lentamente per essere trasformati dai fuochi, alimentati con la combustione a carbone. L’accensione di fuochi, si racconta, era compito di un bambino che teneva una candela detta “sariola”.
La costruzione della prima fornace viene affidata ad Emilio Rossi e coincide con l’avvento della tramvia a Pontedell’Olio, nel 1881. Il fratello di Emilio, Giovanni Rossi è ricordato come direttore dello stabilimento a soli 16 anni.
Altre memorie dicono che durante la seconda guerra mondiale pare che i forni fungessero da nascondiglio per i ricercati dei tedeschi.
Un’attenta e meticolosa opera di recupero ha riportato queste alte torri, che rappresentano un pezzo d'archeologia industriale, ad un uso turistico e culturale, con visite guidate che si possono richiedere telefonando al Comune, proprietario di tutto l’immobile, ma anche per mostre d’arte ed esposizioni tematiche che vanno a collocarsi all’interno di una struttura senz’altro suggestiva.

il vecchio Ponte Ferroviario
In parte danneggiato nel corso della seconda guerra mondiale, con un bombardamento che il 7 settembre del ’44 provocò danni in seguito riparati, il ponte si sviluppa su un’estensione di 400 metri. Del 1931, costruito in cemento armato, è uno dei pochi ponti ferroviari italiani che si caratterizza per una particolare curvatura di 300 metri. Adiacente il ponte sorge il fontanazzo, fontana pubblica con le cannule e le vasche, luogo che fino ai primi decenni del Novecento vedeva le donne del paese ritrovarsi per lavare i panni.

Villa San Bono

Di proprietà ora della Curia di Piacenza, Villa San Bono si sviluppa su due piani e risale alla seconda metà dell’ottocento. Voluta dal francese Sabonet, si tratta di un notevole esempio di neoclassico con cancello d’ingresso in ferro battuto e due giardini interni. Le sue stanze hanno ospitato figure illustri dell’epoca, come Carolina Elisabetta di Brunswick, regina d'Inghilterra. Fu nell’estate del 1819 che, a causa dei continui tradimenti del marito, si rifugiò qui ospite del Sabonet, dove trovò serenità, dedicandosi al ricamo e al gioco degli scacchi. Per la visita è necessario contattare la Curia di Piacenza.

Roberto Rossi
ha collaborato Laura Civardi
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