venerdì 29 marzo 2024

Itinerari a Bettola (2) - con Roberto Rossi

a Rigolo, direzione Prato Barbieri

Itinerari a Bettola (2) - con Roberto Rossi
La visita di quest’oggi è ad uno dei più grandi comuni della provincia piacentina per estensione, secondo solo a Ferriere, tra i più vasti anche a livello nazionale.
Si tratta di Bettola, cosiddetta “porta della Val Nure”, poiché sorge nel punto in cui la valle si restringe, dove alle colline cominciano a sostituirsi le montagne.
Bettola si raggiunge da Piacenza percorrendo la Provinciale n° 654R, detta della Val Nure, ma ci si arriva anche dalle laterali Val Trebbia e Val d’Arda, nonché dalla minore Val Chero, attraverso strade di tutt’altra scorrevolezza, ma di ben diverso fascino.
La prima transita al Passo del Cerro provenendo da Perino, le altre due scollinano dal Passo dei Guselli, dopo aver lasciato Morfasso o Gropparello. La mia guida di oggi è Mazzari Pietro, ex assessore al Comune e vicesindaco.

L’appuntamento è nella grande piazza di Bettola, dedicata a Cristoforo Colombo la cui statua si erge al centro, a dominare il pulsante cuore del paese. Da un lato il Santuario della Madonna della Quercia, ottocentesca e di bella fattura, con un interno particolarmente interessante. Dall’altro lato si concentrano invece i negozi e le attività commerciali che si susseguono adiacenti il Palazzo Comunale.
E’ qui che mi incontro con Mazzari e da qui iniziamo l’itinerario. Carichiamo in auto macchina fotografica con cavalletto e il solito materiale utile per prendere appunti e partiamo oltrepassando il ponte che divide in due il paese. Lasciamo così la borgata di San Giovanni, quella che sorge sulla sinistra del Nure, per entrare nella borgata di San Bernardino che sorge quindi sul lato opposto del fiume.

Usciamo dal centro di Bettola e ci dirigiamo in direzione Prato Barbieri. Sulla nostra destra, mentre la strada inizia subito ad arrampicare, una dolce e morbida collina è ricoperta da verdi appezzamenti di terreno che disegnano forme strane, sui quali sorgono piccoli gruppi di case ed edifici religiosi, tra i quali spicca la chiesa di Revigozzo, un tempo una delle parrocchie bettolesi, mentre l’altra era quella di Bramaiano.
Percorriamo per qualche minuto questo tratto di provinciale, realizzata in tempi recenti in sostituzione della precedente travolta dalla frana del 1978. Dopo pochi chilometri vediamo sulla sinistra il castello di Caminata, antica struttura che presenta una facciata a tutto archi. Una breve visita per poi ripartire in direzione Rigolo, con indicazione che si trova sulla destra, subito dopo aver superato il castello.
Seguiamo questa strada stretta ma ben asfaltata che corre nel mezzo di una valletta chiusa che conduce a Groppo Ducale, mentre la nostra meta ci costringe a voltare nuovamente a destra per una sterrata comunque facilmente percorribile. Qualche chilometro e riprende la strada asfaltata, pare realizzata dalla Comunità Montana, ed oltrepassiamo Cà Sonino, Agriturismo d’eccellenza, consigliato come sosta ristorativa, presso il quale ci fermeremo di ritorno.

Raggiungiamo così Rigolo Chiesa, con una pieve che racconta di avvenimenti anche recenti, sospesi tra leggenda e realtà. Attorno al XV secolo la zona era residenza di vescovi di Pavia ed ebbe a svilupparsi una piccola colonia che perdurò nel tempo. Sull’ampio prato verde antistante si svolge ogni anno, a metà settembre, una festa campestre che vede sempre un’ampia partecipazione. La chiesa è ben recuperata con un’attenta opera di restauro, come anche tutto il borgo adiacente. Alcuni lavori sono invece ancora in corso nella parte posteriore della chiesa, dove la famiglia Callegari, titolare dell’Agriturismo Cà Sonino, ha realizzato camere e miniappartamenti che si affiancano al servizio di ristorazione.
Certamente una proposta ricettiva molto singolare e suggestiva che siamo certi incontrerà il consenso di un turismo di nicchia in cerca di luoghi, ambienti e contesti alternativi. Lasciamo questo bel borgo in sassi e proseguiamo per Rigolo Scoglio, distante solo 400 metri. La struttura delle case è simile a quella appena vista, il panorama e l’aria che si respira dall’alto di questi 500 mt. di quota pure.
Nelle immediate vicinanze, lungo il corso del fiume Restano, sorge un piccolo sacello votivo, dove viene celebrata una messa l’ultima domenica di luglio.

Decidiamo di andarlo a visitare quando faremo sosta al Cà Sonino, in quanto da lì risulta più agevole da raggiungere. Qui a Rigolo Scoglio termina la strada ed un cartello indica agli appassionati di escursioni un sentiero CAI che porta a Groppallo e poi a Farini per poi ritornare, ad anello, qui al punto di partenza, con qualche ora di camminata. Torniamo all’auto e scendiamo di ritorno verso Rigolo Chiesa e, sulla sinistra, non ci sfugge stavolta un altro sentiero CAI, lo 029 che, attraverso boschi ricchi di castagni e funghi, conduce a Restano, dove noi arriviamo percorrendo la strada asfaltata, affiancata dal corso dei due rii Restano e Fontanavento.
Anche qui poche case e quel sentiero che, scendendo da Rigolo Chiesa, si dirige verso Farini, sempre attraverso freschi e fitti boschi. Una breve sosta presso le 4 o 5 case di Fontanavento, per poi prendere direzione Bettola, avvicinandoci alla tappa successiva rappresentata dalla frazione di Groppo Ducale. Siamo a quasi 800 metri di altitudine e ci accoglie una bella insegna in ferro battuto che indica il castello e la chiesa.

“Qui si svolge ogni anno, la seconda domenica di maggio, la Festa della Madonna di Fatima” - ci racconta il sig. Alberici, dell’omonima trattoria, presso la quale facciamo sosta per ristorarci con un buon bicchiere di vino bianco secco - ed ogni volta c’era così tanta gente - riprende Alberici mentre la moglie ci serve da bere - …oggi invece… però pare che si stia recuperando qualcosa, queste feste, le tradizioni…un po’ di gente in più si rivede…”.

Dopo un cin cin di buona salute, sorseggiamo il buon bianco e salutiamo i cordiali gestori per continuare la nostra visita. Ci attende l’ultima tappa che raggiungiamo arrampicando per altri 200 metri. Pochi minuti sopra Groppo Ducale, siamo a Costa, 895 metri di quota, un agriturismo, Il Castagno ed un B&B dal nome accattivante, accogliente, Il Rifugio del Cuore.
Affacciati a questo vero e proprio balcone naturale sulla vallata, scorgiamo Prato Barbieri che sbuca a metà tra il verde delle montagne e l’azzurro di questa bella giornata di sole. Poggiati ad una staccionata, rimaniamo, io e Pietro, in silenzio, abbandonati per qualche secondo con lo sguardo che si perde all’orizzonte, affascinati dalle rotondità di questo mite territorio, dalle delicate tinte che, soprattutto in queste ore del tardo meriggio, si stende sul paesaggio per rendere tutto più affascinante, più incantato. Sarà solo dopo qualche minuto che decideremo di rientrare e di dichiarare concluso questo primo itinerario.

Roberto Rossi
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