venerdì 19 aprile 2024

Marco Bellocchio

Marco Bellocchio è un regista e sceneggiatore.

Marco Bellocchio
Marco Bellocchio (Bobbio, 9 novembre 1939) è un regista e sceneggiatore. Fin da piccolo alle scuole salesiane mostra un certo interesse per il mondo del cinema e la sua irriverenza verso i canoni clericali lo porta a essere considerato un ribelle. Nel 1959 frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, e - sotto la guida di Andrea Camilleri - nel 1962 acquisisce il diploma di regia, per poi proseguire a Londra i suoi studi sul cinema. Tornato in Italia lavora al suo primo lungometraggio: a Bobbio, suo luogo di nascita, in provincia di Piacenza, all'età di 26 anni, dirige I pugni in tasca (1965), selezionato al Festival del film Locarno e vincitore della Vela d'argento 1965, in cui già si nota il suo anticonformismo, così come nei successivi La Cina è vicina e  Il popolo calabrese ha rialzato la testa.

Questi film sono espressione di valori di una rivolta vissuta, interpretata e proposta: la rivolta sessantottina contro le istituzioni dominanti che controllano e reprimono le persone attraverso tutta una serie di valori etici borghesi che caratterizzano l'intera società.  In questi film Bellocchio mette a nudo l'intera società borghese svelandone tutte le contraddizioni e le ipocrisie. Nel 1977 gira una versione della commedia di Anton Cechov Il gabbiano. Nel 1978 conosce lo psichiatra Massimo Fagioli, con cui intraprende una lunga e complessa collaborazione: Fagioli parteciperà attivamente alla realizzazione di tre film: Diavolo in corpo, La condanna, Il sogno della farfalla.
Dopo Armonica a bocca (1979) e Vacanze in Val Trebbia (1980) dirige Marcello Mastroianni in Enrico IV (1984), tratto da una commedia di Luigi Pirandello, e quindi Diavolo in corpo (1986) tratto dal libro di Raymond Radiguet e La visione del Sabba (1987). Nel 1991 vince l'Orso D'Argento Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino con La condanna. Nel 1999 torna ad adattare Luigi Pirandello sul grande schermo con La balia.

Nel 2002 dirige Sergio Castellitto in L'ora di religione, con cui vince il Nastro d'Argento. L'anno successivo (2003) rievoca la prigionia di Aldo Moro in Buongiorno, notte, con Maya Sansa e Roberto Herlitzka come protagonisti. Nel 2006 dirige nuovamente Castellitto in Il regista di matrimoni.

Nel 2006 si candida alle elezioni politiche per la Camera dei deputati, nella lista della Rosa nel Pugno costituita da radicali e socialisti, allontanandosi dalle sue storiche posizioni comuniste. Negli anni successivi ha più volte manifestato la propria vicinanza ai radicali.

Nel 2009 esce Vincere. Racconta la tormentata vita di Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno), amante di Benito Mussolini (Filippo Timi) e madre di suo figlio Benito Albino (sempre Filippo Timi), ritenuta malata di mente per i suoi ripetuti ma vani tentativi di vedere riconosciuta la paternità del figlio da parte del Duce. Il film vince l'Efebo d'Oro e il David di Donatello come miglior regista.
Il 4 e il 5 settembre 2010 dirige in diretta tv l'opera lirica Rigoletto a Mantova, interpretata da Plácido Domingo, prodotta dalla RAI e trasmessa in mondovisione in 148 paesi.


Alla 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia ha ricevuto dalle mani di Bernardo Bertolucci il Leone d'oro alla carriera.

In seguito annuncia la sua intenzione di girare una storia ispirata alla vicenda di Eluana Englaro e di suo padre.
Le riprese iniziano nel gennaio 2012 a Cividale del Friuli. Il film viene presentato in anteprima alla Festival di Venezia 2012, con il titolo Bella addormentata. Il film affronta il tema dell'eutanasia, e la difficoltà di avere una legislazione in materia di fine vita in un paese, l'Italia, che ospita nei suoi confini la Città del Vaticano, centro mondiale della Chiesa cattolica. A seguito della decisione della giuria del Festival di Venezia, che ha escluso il film dal Leone d'Oro (assegnato al regista sudcoreano Kim Ki-duk), Bellocchio ha espresso forti critiche contro il presidente Michael Mann e l'operato dell'intera giuria, che accusa di penalizzare e non capire i film italiani.

Nel 2013 al Bif&st riceve il Premio Mario Monicelli per il regista del miglior film per Bella Addormentata.
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